martedì 7 marzo 2017

Business Plan Proposal

“Team 10 S.r.l.” è una società che opera nel campo dello spettacolo e dell’intrattenimento musicale, in particolare di occupa di organizzazioni di eventi che si occupa del management di spettacoli. 
Ci è stato, quindi, commissionato un musical dal nome “Gli Aristojazz”  (spettacolo tratto dal cartone animato “Gli Aristogatti”) dove verrano realizzati sia una tournée del musical sia un disco con i brani più in rilievo all’interno dell’opera, suonati dalla stessa band della compagnia.
La compagnia è formata da circa 30 elementi tra cui ballerini, attori, musicisti e staff quali: regista, coreografa, arrangiatore, compositore, vocal coach, Head Engineer e altri tecnici che parteciperanno personalmente con la band per la realizzazione del disco. Quest’ultimi faranno parte delle spese da considerare all’interno del progetto, siccome fanno parte, anch'essi della compagnia teatrale.
Il nostro ruolo non riguarderà solamente quello di organizzare tutta la produzione nei minimi dettagli, ma ci sarà anche un settore che si occuperà di trovare i soldi necessari per la realizzazione della produzione occupandosi di trovare anche un contratto, ad es. con una Major, per la pubblicazione del disco. Per quanto riguarda la tournée, invece, ci sarà un grosso investimento, a causa di tutte le spese necessarie per lo spostamento della compagnia, della strumentazione, i vari pernottamenti in hotel, il costo dei teatri e, ovviamente, il costo degli artisti stessi.
All’interno della società ci sarà, quindi, la figura del tour manager che si occuperà degli aspetti riguardanti lo spostamento della band nelle varie tappe; la figura del top manager che controllerà che tutto venga fatto secondo ogni sua decisione; ci sarà, poi, chi si occuperà di trovare i vari finanziamenti, tali da poter ricoprire tutte le spese necessarie per la realizzazione del progetto; la figura del marketing manager che si occuperà di trovare delle idee molto innovative per la promozione e pubblicazione del musical e del disco stesso, oltre a effettuare i vari bilanci; e chi si occuperà di trovare lo studio più adatto per la realizzazione del progetto, i vari tecnici, la strumentazione necessaria in studio (microfoni, mixer, ecc.), le sale prova, ecc…
Per quanto riguarda gli aspetti di marketing, di cui me ne occuperò io personalmente, farò, inizialmente, un bilancio di tutte le spese necessarie per la realizzazione di questo progetto che comprenderanno tutti i costi necessari per la realizzazione del disco e la realizzazione del musical poi.  Ci saranno da considerare, inoltre, tutti i vari costi che riguardano il CD fisico (grafiche, copertine, foto, stampa, ecc…). Da comprendere al tutto ci saranno anche le riprese video e la fase del montaggio, i manifesti, i biglietti, le sponsorizzazioni nei social (Facebook, Twitter, Instagram), nelle tv e radio locali, quotidiani vari, eventuale merchandising da vendere sia online (da comprendere il costo per la realizzazione di sito web) che all’entrata dei teatri. 
Saranno previste anche delle date “In store” (nei principali centri commerciali della zona) con gli artisti della band e del musical per firma copie dei CD e fotografie.
Verranno, quindi, creati un Business Plan e un Marketing Plan che spiegheranno, in modo dettagliato, tutto ciò che sarà necessario per la realizzazione del progetto.

lunedì 30 gennaio 2017

Le etichette discografiche

Le etichette discografiche sono un ramo delle industrie creative che operano nel settore dell’audio da più di 100 anni. 
La prima etichetta discografica, infatti, fu creata nel 1888 a New York e stiamo parlando della Columbia Records (tutt’ora in attività). 
Esistono, al giorno d’oggi, ormai tantissime etichette, suddivise in major ed etichette indipendenti.
L’industria musicale negli anni ’70 e ’80 ebbe un consolidamento che portò poche compagnie multinazionali ad avere il controllo della maggior parte delle più grandi etichette discografiche. Le etichette principali vennero, in seguito, acquistate da grandi multinazionali, attualmente 3 nel mercato discografico, rispettivamente Universal Group, Sony Music e Warner, che fanno oggi parte della RIAA (Recording Industry Association of America) e che detengono la maggior parte dell’industria musicale. Controllano, infatti, circa il 90% del mercato discografico, con una quota di mercato, a livello mondiale, pari al 71,3%.
All’inizio degli anni ’80 l’etica DIY (Do It Yourself) utilizzava questo metodo per incoraggiare le band emergenti del periodo all’autoproduzione e all’auto-distribuzione dei propri dischi.
Verso la fine degli ani ’90 nascono le etichette discografiche online. Oggi l’80% dell’industria musicale trae ormai quasi esclusivamente profitto dalla vendita sul web dei propri prodotti. 
Con la nascita delle etichette online abbiamo, da un lato, una riduzione complessiva dei costi (stampa fisica e distribuzione dei prodotti nei vari negozi) e dall’altro, attraverso il metodo di upload, un maggior introito per gli artisti e per le etichette discografiche di conseguenza, che si trovano a risparmiare parecchio per quanto riguarda la produzione e la capitalizzazione del prodotto. 
Un’etichetta online rilascia in media circa 30/70 brani a settimana, cioè 2400 uscite annue. Ipotizzando che ogni traccia venga scaricata 100 volte si arriva ad avere un profitto di circa 200.000 euro lordi annui. Tra le più famose etichette discografiche online c’è la Spinnin Records olandese o la Ultra Records negli Stati Uniti.
Le etichette indipendenti, slegate dalle multinazionali (anche se talvolta sono legate ad esse da accordi di distribuzione fisica, non digitale) detengono, a livello mondiale, una quota mercato del 68,3%.
I processi di produzione di un disco che vengono fatti da una major, ad es: pre-produzione, produzione, post-produzione, promozione e distribuzione, sono molto conformi a quelli usati da un’etichetta indipendente. Quest’ultima, però, permette all’artista un controllo più globale sulla propria produzione (dalla musica al testo, alla grafica, ecc.), ma soprattutto da una maggiore libertà espressiva. Le major, invece, molte volte applicano alcune modifiche al disco (modifica al testo o alla melodia, alla lunghezza, alla copertina, ecc…) avendo l’ovvio intento di ottenere maggior successo di vendita, creando, spesso, anche un senso di frustrazione nell’artista che percepisce il lavoro pubblicato come non proprio. 
Per quanto riguarda, invece, gli attori presenti in una major o in un’etichetta indipendente sono gli stessi, come: A&R, produttori, ingegneri e tecnici del suono, manager, grafici, photographer, ecc…,svolgendo lo stesso compito in entrambi i tipi di etichette discografiche.
Oltre allo staff qualificato, ciò che caratterizza un’etichetta, al giorno d’oggi, è sia la quantità e la qualità dei brani che vengono pubblicati ma, soprattutto, il genere musicale: non a caso, le major rilasciano al 90% musica pop mainstream, un genere passabile spesso in radio, ma soprattutto che colpisce le persone sotto l’ aspetto musicale, accompagnato da un video ufficiale.

Io ed alcuni miei progetti fatti finora

Profilo LinkedIn

Progetti realizzati nel primo anno di studi:
 Horse Tapes - One More Time
Sellar Sue - Raggamuffin (Luelo Cover) 
  
La musica è tutto ciò che ci circonda. Sono a contatto con lei da quando ho 4 anni: ho cominciato a suonare il pianoforte per poi passare a suonare la batteria, appassionandomi negli ultimi anni alle DAW, producendo musica con esse. Questa passione per la musica mi ha portato ad entrare nel mondo dell’Audio Engineering cominciando a registrare, inizialmente, piccole produzioni, portandomi, poi, grazie anche al corso di Audio Engineering al SAE Institute di Milano a realizzare progetti molto più grandi. 
Il mio obiettivo principale è quello di seguire più quello che riguarda la parte burocratica del mondo discografico, ovvero lavorare con le etichette discografiche.
Uno dei sogni nel cassetto è proprio quello di avere una mia etichetta dove poter far crescere nuovi talenti del settore con uno staff tale da poter portare questa etichetta a livelli pressoché mediocri; oppure puntare a lavorare insieme ad una major.
Questo mondo, pian piano, da anche dei risultati: ho avuto modo di collaborare con diversi artisti molto bravi della zona (Pordenone, Treviso, ecc.) e fare progetti in collaborazione con aziende (ad es. RedLime - vitamina per la comunicazione). 

Ho avuto soprattutto l’occasione di conoscere persone del settore capaci di insegnare questo lavoro, spiegando quali tecniche possono migliorare le mie produzioni, in modo da ottenere un prodotto discografico pubblicabile nel mercato.

La mia scelta di formazione in SAE

Questo primo anno di studio al Sae Institute mi ha fatto molto riflettere sul settore in cui io voglio lavorare, ma, grazie ad esso, ho avuto modo di migliorare notevolmente tutto ciò che riguarda il suono di una produzione discografica: partendo dalla registrazione di ogni strumento, alla fase di mix e quella di mastering finale. 
Grazie alla strumentazione di alta qualità fornita dall’istituto e da un team di insegnanti preparati e disponibili per ogni nostra esigenza tecnica, i lavori sono passati da un qualcosa di impresentabile sul mondo discografico a qualcosa di potenzialmente presentabile.
Ho imparato molto per quanto riguarda la pulizia a livello sonoro che deve avere un prodotto discografico.
Grazie a questi insegnamenti dati durante questo primo anno, mi hanno permesso di poter realizzare dei progetti fuori da scuola insieme a molti artisti bravi della zona in cui vivo. Ho avuto la possibilità, quindi, di mettere in pratica tutte le tecniche che mi sono state insegnate in questo anno, cercando di migliorare qualsiasi tipo di aspetto in modo principalmente autonomo. 
Ciò mi ha permesso, quindi, di scoprire alcuni segreti e trucchi che vengono usati nel mondo discografico. 
Questo primo anno al Sae Institute mi ha fatto capire che il lavoro di squadra in una produzione è fondamentale. Nelle grandi produzioni ogni persona che collabora al disco ha un compito diverso: dal mix al mastering, dal produttore artistico al management, ecc.
Per ogni produzione fatta, sono stati creati dei team di 2 persone, in modo tale da aiutarsi l’uno con l’altro soprattutto nella fase di registrazione. 
Lavorando in due, o meglio, non da solo si ha modo di ottenere un lavoro migliore sia perché si ha un secondo ascolto, ovvero, un secondo parere, sia perché ci si può dividere il lavoro da svolgere, dimezzando, quindi, il tempo. Questo ovviamente, se si collabora nel modo corretto.
Per il secondo anno in Sae Institute mi aspetto di imparare nuove tecniche per ottenere un prodotto discografico pronto per la pubblicazione nel mercato. 
Un obiettivo, però, sarà quello di approfondire gli argomenti riguardanti la parte burocratica di cui si occupa l’etichetta, ovvero, tutto ciò che viene fatto, a livello pubblicazione, una volta che il disco è finito. 
Credo che questo secondo anno in Sae possa aiutarmi in tutto ciò, grazie alla grande quantità di materiale fornito dalla scuola e docenti preparati in questo settore.

giovedì 26 gennaio 2017

Mastering ITB o OTB

L’argomento che si andrà a trattare in questo articolo si basa su una discussione che vede protagonista la fase di mastering, ovvero l’ultima della catena in una produzione discografica, prima che il disco venga mandato in stampa, in cui vengono fatti ulteriori trattamenti dinamici in frequenza, dove è necessario, ottimizzando il lavoro effettuato durante la fase di mix. Questo dibattito è nato negli ultimi anni, a partire dalla fine degli anni 90’, quando, con lo sviluppo dei computer e dei software, sono nati i plugin hanno preso il via nel campo audio, potendo, quindi, sostituire alcuni processi analogici della fase di mastering. Oggi, invece, sono molte le persone che utilizzano solo plugin per la fase di mastering e stiamo parlando soprattutto di chi fa “home recording” che, chi per disponibilità economica, chi per spazio, preferiscono fare le proprie produzioni ITB (In The Box) che OTB (Out of The Box). La domanda che i migliori fonici e anche gli artisti si fanno è: mastering analogico o digitale?
In questo elaborato verranno analizzate fonti tratte da articoli che analizzano l’argomento, libri (ad es.: “Mastering Audio: The Art and the Science” scritto da Bob Katz, famoso Mastering Engineer americano) e interviste dirette a fonici del settore come Alberto Cutolo (Mastering Engineer del Massive Studio). Si parlerà, inoltre, delle differenze di suono (vantaggi, svantaggi e quali sono i fattori che causano il cambio del suono) tra mastering analogico e mastering digitale, spiegando, inoltre, cosa spinge un fonico ad utilizzare il plugin o l’outboard esterno per questa fase finale di produzione.

Documento PDF qui